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Il segmento testuale Leonida Bissolati è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 52Entità Multimediali , di cui in selezione 33 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 310

Brano: Bissolati, Leonida

Leonida Bissolati nel 1920

si borghesi. L'Italia avrebbe dovuto, secondo B., rifiutare l’annessione del Tirolo tedesco (da Bolzano al Brennero), della jugoslava Dalmazia e del Dodecaneso greco; « uscire dai cancelli del Patto di Londra »; « mantenersi fedele al carattere della sua nobilissima guerra ». La vittoria e la sistemazione postbellica non dovevano essere « un semplice risultato materiale dell’atroce gigantesco duello », ma — attraverso la Società delle Nazioni

— « una reintegrazione di giustizia e... una palingenesi umana ». Il suo discorso provocò una violenta reazione dei gruppi nazionalisti e[...]

[...]suo implicito antifascismo. Tuttavia, come dinanzi all’intervento italiano, così anche nella complessa situazione del dopoguerra il suo orizzonte politico appare dominato dalla problematica tipica dell’età liberale e dei gruppi di governo del primo novecento, che dovevano essere travolti e sostituiti dal fascismo.

Leo. j

Nel 1921 Ferruccio Rubbiani raccolse in un volume alcurji scritti politici di B. sotto il titolo il pensiero politico di Leonida Bissolati. Altri scritti giovanili furono

raccolti lo stesso anno da Arcangelo Ghisleri, vecchio amico di B., e da Alessandro Groppali. Nel 1923, ad opera di alcuni amici che ordinarono e annotarono la raccolta, uscì, editori i fratelli Treves, un volume dal titolo La politica estera dell’Italia dal 1897 al 1920. Scritti e discorsi di Leonida Bissolati.

Bitossi, Renato

N. a Firenze 1*1.4.1899; meccanico. Giovane socialista dal 1919, comunista dalla fondazione del partito (1921) e attivo antifascista, dopo essere stato ferito in un conflitto contro gli squadristi venne costretto a espatriare in Francia, dove fu tra i dirigenti politici e sindacali dei lavoratori italiani ivi emigrati. Rientrato clandestinamente in Italia nel 1927 per condurre la lotta contro il fascismo, fu arrestato e condannato (1928) dal Tribunale speciale a 9 anni di reclusione; liberato alla fine del 1932 in seguito ad amnistia, riprese la lotta clandestina a Fire[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 185

Brano: [...]amente piccoloborghese l’organizzazione. Il 25 luglio 1943 e soprattutto il valoroso comportamento della gioventù italiana nella Guerra di liberazione nazionale dimostrarono come, nonostante gli sforzi del regime in questo campo, il progetto di « fascistizzazione » dei giovani fosse in Italia completamente fallito.

E.Ni.

Avanti!

Quotidiano del Partito socialista italiano (v.). Iniziò le pubblicazioni il 25.12.1896, sotto la direzione di Leonida Bissolati, e la sua nascita coincise con l'espansione del socialismo italiano a impronta riformista. Condusse memorabili battaglie contro i tentativi liberticidi e l’azione antipopolare della destra conservatrice, della reazione monarchica e militare di fine secolo, lanciando nel 1899 la parola d’ordine deH’ostruzionismo parlamentare per contrastare le leggi elaborate dal governo Pelloux. Dal 1903 al 1906, prevalendo la corrente di sinistra nella direzione socialista, fu diretto da Enrico Ferri, il quale impresse al giornale un marcato timbro anticlericale, antigiolittiano e di violenta denunzia del ma[...]

[...]a via rivoluzionaria per il proletariato italiano, proclamò in un primo momento l’autonomia dell'edizione locale dell'A., estendendone l'azione sul piano nazionale, per poi sopprimerla alla fine del 1920 e trasformare il quotidiano nel settimanale Ordine Nuovo. Maturava la scissione, mentre i fascisti moltiplicavano le violenze antioperaie: il 20.

La prima redazione dell » Avanti! » (1900). Da sinistra, seduti: Gabriele Galantara, L. Mongini, Leonida Bissolati, V. Mongini, Schiavi, in piedi: Valenti, Cassola, Mazzoni, Mocchi, Susi, Ivanoe Bonomi, Picchetto.

185



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 171

Brano: [...]o” Camillo Prampolini (v.), per lo sviluppo del movimento cooperativo e per la municipalizzazione dei servizi pubblici. Dopo la fondazione del P.S.I. (1892), il leader socialista Filippo Turati (v.), allineatosi alle posizioni di Kautsky quando questi divenne il teorico della Seconda Internazionale, fu il più autorevole capo riformista italiano, al quale si affiancarono, oltre a Prampolini, Claudio Treves (v.), Giuseppe Emanuele Modigliani (v.), Leonida Bissolati e molti altri.

La prima affermazione della corrente riformista in seno al P.S.I. si ebbe al Congresso di Roma (settembre 1900), con la presentazione di un programma « minimo » socialista, « come fase di transizione dall’epoca borghese alla socialista ». Basandosi sulle condizioni allora esistenti in Italia, i riformisti sostenevano la possibilità di collaborare con la borghesia più avanzata per appoggiare quelle leggi che, in qualche modo, avessero favorito il progresso dei lavoratori.

Al successivo Congresso di Imola (1902), riprendendo un’argomentazione già espressa pubblicamente, Tur[...]

[...]rivoluzionari all'interno del partito andarono costantemente acuendosi fino a diventare, in alcuni periodi, del tutto insanabili.

Nel 1903 il liberale Giovanni Gioì itti (v.), esponente del capitalismo italiano più progredito, divenuto presidente del Consiglio invitò esplicitamente i capi riformisti a entrare nel suo governo per integrare le forze del movimento operaio nel meccanismo dello Stato liberale borghese, invito che venne raccolto da Leonida Bissolati e dal suo

gruppo. Durante il periodo “giolittiano” furono concessi ai lavoratori il suffragio universale maschile e alcune leggi sociali, ma quando Giolitti, facendosi forte del consenso ottenuto fra i socialisti, pretese di averne l’appoggio per la guerra coloniale di Libia (1911) le masse si ribellarono e Bissolati venne espulso dal P.S.I. in quanto sostenitore deN’impresa libica. Allora egli fondò coi suoi amici un nuovo partito esplicitamente riformista che però non ebbe seguito fra i lavoratori. Fino all’inizio della Prima guerra mondiale i riformisti costituirono la corrente maggiori[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 580

Brano: [...]on desiderando il crollo di una potenza cattolica come l’Austria) e perfino l’ex presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (v.), il quale temeva che il liberalismo classico non potesse sopravvivere a una guerra di quelle dimensioni.

A partire dal luglio 1914, in contrapposizione ai neutralisti venne tuttavia emergendo una schiera di interventisti (v.) favorevoli agli anglofrancesi, nelle cui fila si annoveravano personalità democratiche come Leonida Bissolati (v.), Gaetano Salvemini (v.), il cattolico Romolo Murri (v.) e il socialista trentino Cesare Battisti (a quell’epoca profugo in Italia) nonché gruppi di anarcosindacalisti e socialisti che vedevano nella guerra la miglior occasione per giungere a una rottura rivoluzionaria (furono interventisti, in tal senso, anche Benito Mussolini (v.), Antonio Gramsci e Pai miro Togliatti). Ma se nella sua fase iniziale si rifaceva a ideali risorgimentali o addirittura rivoluzionari, ben presto l’interventismo confluì nell’alveo dominato dalla destra nazionalista che, da parte sua, si era schierata con i fa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 180

Brano: Turati, Filippo

indipendenza di idee e di atteggiamenti, fu legato di amicizia al Ghisleri, democratico di idee repubblicane e propugnatore di una concezione sociale avanzata, e a Leonida Bissolati (v.), che stava percorrendo a Cremona la via che conduceva dalla democrazia postrisorgimentale a un socialismo d'impronta materialistica e marxista.

Il giovane Turati si illustrò, in particolare, nella cura di un testo (la Morale dei positivisti), del filosofo positivista Roberto Ardigò (18281920) di cui era seguace, che pubblicò nella Rivista repubblicana da poco fondata dal Ghisleri. Da quel momento in avanti, l’attività e l’elaborazione di Turati si intrecciarono in modo inscindibile con la vicenda della Scapigliatura democratica, particolarmente presente in Lombardia.

SI merito e la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 127

Brano: [...]o di Treves? E quanti articoli della "Critica Sociale” da tutti attribuiti a Turati erano dovuti alla quotidiana conversazione pomeridiana? ».

In quegli anni Treves firmò articoli che rappresentavano importanti prese di posizione: uno per denunciare l’involuzione politica di Giolitti, che si era deciso per la conquista della Libia; uno sul nascente nazionalismo antidemocratico e antioperaio (e nel 1911 si batté in duello — avendo come padrino Leonida Bissolati — contro il nazionalista Luigi Federzon'r, nel marzo del 1915 un altro duello vedrà Treves incrociare i ferri con Benito Mussolini) ; uno per distinguere i “riformisti di sinistra” da quelli “di destra”, bissolatiani, ministerialisti sistematici ed “ascari” innocenti; uno per denunciare la negatività della “violenza liberatrice” allora propagandata nel Partito socialista da Mussolini.

A questa tesi mussoliniana, anzi soreliana (v. Sorel, Georges) Treves oppone ancora una volta la lotta graduale che impegna gli eletti del partito « a combattere in Parlamento per quel programma di riforme ch[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 425

Brano: r

Schiffrer, Carlo

Schiavi, Alessandro

N. a Cesenatico (Forlì) il 30.11.1872, m. a Forlì il 17.5.1945; laureato in Legge.

Iscritto al P.S.I. dal 1893, nel dicembre 1896 fu chiamato a far parte della prima redazione dell.'Avanti! (v.) diretta da Leonida Bissolati, di cui Schiavi condivideva pienamente le posizioni riformiste. Nel 1903, con il passaggio del quotidiano socialista alla corrente di sinistra, lasciò il giornale e passò a dirigere l'Ufficio del lavoro della Società Umanitaria di Milano, della quale divenne segretario nell’agosto 1905. Contribuì in quegli anni, con numerosi articoli e saggi, a sostenere posizioni di “liberalismo socialista” che ben si inquadravano nella politica del governo del liberale Giovanni Giolitti.

Salito a importanti cariche pubbliche (consigliere comunale e assessore socialista dal 1914 al 1921, direttore dell 'I[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 415

Brano: [...] su questo foglio per protestare contro le repressioni del governo Crispi costarono a Scalarini i primi processi. Condannato per attività sovversiva, nel 1898 riparò aH’estero e fino al 1903 rimase in Germania, dove continuò a lavorare come disegnatore satirico sulla stampa locale. Ritornato in Italia nel 1908, riprese a pubblicare i suoi disegni su diverse riviste e giornali, finché approdò all’Avanti!. Il 22.10.1911 Claudio Treves, succeduto a Leonida Bissolati nella direzione del quotidiano socialista, pubblicò la prima delle 3700 vignette che sarebbero poi apparse, pressoché quotidianamente, fino al 10.1.1926.

Nel corso di un quindicennio Scalarini produsse oltre 4000 disegni che legano indissolubilmente il suo nome alle vicende del movimento operaio italiano di quegli anni, di cui egli fu cronista lucido e coraggioso.

Oltre a costituire neH’insieme un documento importante e di alto valore politico, la sua opera testimonia una capacità interpretativa che va ben oltre il verismo sociale, generalmente inquinato da una visione pietistica e uman[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 356

Brano: [...]apparteneva l’avvocato sanmaritano Antonio Indaco (18821943), l’esponente di maggior spicco del socialismo casertano dalle origini all’avvento del fascismo.

Minoritaria fu sempre in provincia la tendenza riformista, circoscritta al Sorano e alla città di Caserta. Nel primo operò l’avvocato modenese Vittorio Lollini, nel 1919 eletto deputato socialista di Terra di Lavoro; nella seconda operò Alberto Beneduce che, uscito dal P.S.I. nel 1912 con Leonida Bissolati e passato poi al nittismo, nel 1919 fu a sua volta eletto deputato nella lista liberale.

Il peso preminente esercitato dalla Sezione socialista e dalla Camera del lavoro di Santa Maria Capua Vetere sull’intero movimento provinciale venne confermato dalla scomparsa del P.S.I. come movimento organizzato, aM’indomani della scissione “sindacalista” avvenuta in provincia nel 1908. In quel periodo fu costituita la Federazione regionale dei lavoratori della terra e nacquero le Federazioni provinciali dei pastai, dei tessili e dei postali. Si sviluppò anche il movimento antimilitarista: il 5.11.19[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 269

Brano: [...]Nel 1906 abbandonò l’incarico che gli era stato affidato nella redazione del giornale “La Gioventù socialista” e l'anno successivo organizzò con Michele Bianchi (v.) i sindacalisti rivoluzionari romani, dirigendone la Federazione giovanile. Nel 1907 fu arrestato per aver partecipato a una manifestazione di solidarietà con gli operai della Terni in sciopero. Chiamato successivamente alle armi, nel 1909 fu congedato in anticipo grazie all'aiuto di Leonida Bissolati e, da quel momento, si dedicò interamente alla politica. Entrò nel Comitato consorziale del Lazio della Federazione del libro e fu chiamato a far parte del consiglio di amministrazione della Tipografia cooperativa sociale. Reputato abile amministratore, nell'ottobre del 1911 fu chiamato a occuparsi della gestione dell’organo

della Camera del lavoro sindacalista di Parma L’Internazionale, diretto da Alceste De Ambris. Passato al giornalismo professionistico, si guadagnò fama anche di brillante oratore in una serie di conferenze contro la campagna di Libia e, con Filippo Cor ridoni, fu coaut[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Leonida Bissolati, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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